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L'ACCESSIBILITÀ DEI SITI SCOLASTICI

IN MARGINE ALLA LEGGE "STANCA"

 

 

 

 

Il problema dell’accessibilità dei siti, emerso in ordine di tempo successivamente a quello della loro usabilità, ha investito la pubblica amministrazione proporzionalmente al crescere dell’interesse per il web e della sensibilità nei confronti dei diversamente abili. Il mondo della scuola, che ha visto sorgere negli ultimi anni una miriade di siti web dal diverso valore sia dal punto di vista dei contenuti e dell’estetica che da quello tecnico, non ne è esente; l’istituzione scolastica, in forza delle proprie finalità, deve considerare le nuove tecnologie come uno strumento privilegiato per perseguire i propri obiettivi. L’approvazione il 17 dicembre 2003 della legge recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, la c. d. “legge Stanca”, dal nome del Ministro per le innovazioni e le tecnologie, ha ulteriormente evidenziato la questione dell’accesso ai siti, anche scolastici, anche per il carattere normativo vincolante. Il problema comunque non è nuovo in quanto la Circolare del Ministro per la Funzione Pubblica del 13 marzo 2001 aveva già fornito delle linee guida per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità dei siti, mentre la Circolare AIPA/CR/32 del 6 settembre 2001 aveva posto il problema della conformità dei siti della P. A. alle specifiche internazionali del Consorzio mondiale del web (W3C) nell’ambito dell’Iniziativa web accessibile (WAI). Anche la Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri del 30 maggio 2002 affermava che “la presentazione delle informazioni e dei servizi deve garantire l’utilizzo universale, quindi tutti i siti devono essere conformi al livello A di accessibilità previsto dal WAI del consorzio W3C”.

 

Definizioni

Usabilità e accessibilità sono i due termini che entrano in gioco per valutare la qualità di un qualsiasi sito, anche scolastico. Il primo termine – la Usability – è in funzione dell’interazione con l’utente, il quale deve ricevere un feedback chiaro ogni volta che fa qualcosa con l’interfaccia del sito. Possiamo definire questo vocabolo come “la proprietà che rende un sito web semplice da usare, navigare, memorizzare e rappresenta la misura di quanto il sito sia in grado di appagare i bisogni dell’utente, che lo sta navigando, assicurandogli una gradevole e soddisfacente esperienza interattiva”[1]. Il maggior teorico[2] dell’usabilità sostiene che le interfacce devono essere così facili da usare da diventare “invisibili”, prendiamo come esempio il guidare un’auto:  l’autista agisce spontaneamente, non fa i conti con la tecnologia, almeno fin che il veicolo non si guasta! Sulla scorta di queste considerazioni sono sorti modelli organizzativi che sono compresi sotto il nome di Usability Engeneering[3].

Il secondo termine – eAccessibility – è più recente e veicola nel suo significato l’idea di rendere possibile l’accesso al web al maggior numero di persone, eliminando le barriere che lo impediscono. Si tratta di vere barriere fisiche: pensiamo a un ipovedente di fronte a una pagina fittamente scritta o con animazioni, a una persona con difficoltà auditive che naviga in un sito con outpout di tipo sonoro, a un soggetto con difficoltà motorie alle prese con interfacce che non supportano comandi da tastiere in alternativa al mouse. Se consideriamo il fatto che il PC può rappresentare un valido ausilio tecnologico per studenti diversamente abili e che le TIC sono uno strumento fondamentale per l’integrazione di alunni disabili e di alunni con difficoltà di apprendimento, è evidente che il tema dell’accessibilità avrà sempre più udienza fra chi si occupa di realizzare e di gestire il sito di una scuola.

 

La legge

La legge “Stanca” del dicembre 2003 parte da una precisa definizione di accessibilità, intesa come “la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari” (art. 2, c. 1). Inoltre determina le tecnologie assistite come “gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici” (ivi).

L’art. 4 impone di prendere in considerazione la caratteristica dell’accessibilità quale requisito preferenziale nelle procedure per l’acquisto di beni e di servizi informatici. Al c. 2 si indica che “non si possono stipulare, a pena di nullità, contratti per la realizzazione e la modifica di siti internet quando non è previsto che si rispettino i requisiti di accessibilità”; quelli già in essere devono prevedere, in sede di rinnovo o di modifica, di adeguare i siti entro 12 mesi. Al c. 3 si afferma che “la concessione di contributi pubblici a soggetti privati per l’acquisto di beni e servizi informatici destinati all’utilizzo da parte di lavoratori disabili o del pubblico, anche per la predisposizione di postazioni di telelavoro, è subordinata alla rispondenza di tali beni e servizi ai requisiti di accessibilità stabiliti dal decreto” che verrà promulgato in vigore entro 120 giorni dal Ministro per l’innovazione e le tecnologie. L’art. 5 estende le disposizioni della legge “al materiale formativo e didattico utilizzato dalla scuole di ogni ordine e grado” e prevede che “Le convenzioni stipulate tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche prevedono sempre la fornitura di copie su supporto digitale degli strumenti didattici fondamentali, accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nell’ambito delle disponibilità di bilancio”.

Altre norme riguardano la verifica dell’accessibilità su richiesta (art. 6), la formazione dei pubblici dipendenti (art. 8), le responsabilità (art. 9). Vengono rimandati al regolamento d’attuazione (art. 10) i criteri operativi, la verifica e la certificazione dell’accessibilità (una sorta di bollino blu) e la formazione. Viene infine incaricato il Ministro per l’innovazione e le tecnologie di stabilire le linee guida e le metodologie tecniche per la verifica (art. 11).

 

Come realizzare l’accessibilità?

Il principio basilare per realizzare l’accessibilità di un sito internet è quello di separare i contenuti delle pagine web dalla struttura e dalla presentazione[4]. Il contenuto è costituito dalle parole, dalle immagini e da tutto ciò che si vuole comunicare, la struttura è la gerarchia degli elementi contenuti (titoli, sottotitoli, corpo di testo, …), la presentazione è lo stile con il quale la pagina è visibile sul monitor. Un esempio: se voglio evidenziare un titolo e  ingrandisco il carattere, magari lo sottolineo ecc. confondo il contenuto con la presentazione e la gerarchia, per poterli tener distinti nella pagina in formato htm devo inserire solamente le parole con dei tag (codice di linguaggio html usato per indicare l’inizio e la fine di una caratteristica di testo) che fanno riferimento a un foglio di stile. I fogli di stile (Cascading Style Sheets) sono file esterni che consentono di controllare tutti gli aspetti del testo che appare nelle pagine. Questo foglio può servire per più o tutte le pagine offrendo notevole risparmio di tempo. Ma è anche possibile associare alla stessa pagina più fogli di stile, ottenendo visualizzazioni diverse per soddisfare svariate esigenze: è possibile definire specifiche per la stampa o per la visualizzazione tramite particolari dispositivi e ausili per disabili.

Il Servizio di osservatorio tecnologico per la scuola [5] del M. I. U. R. (OTE) offre diverse risorse per migliorare l’accessibilità dei siti scolastici. Traiamo liberamente da esso alcune indicazioni:

 

Valutazione dell’accessibilità – Esiste un documento che fornisce i criteri per realizzare l’accessibilità, si intitola Linee guida WAI (la sigla è WCAG 2.0, ossia Web Content Accessibility Guidelines 2.0) al quale rinviamo[7]. Il WAI (Web Accessible Iniziative)[8] è un ente che fa parte del W3C (World Wide Web Consortium), il consorzio che sovrintende all’intero web e fornisce specifiche per la creazione delle sue pagine. I livelli di accessibilità sono classificati in tre classi indicate con una, due o tre lettere “A” contenute nell’apposito logo W3C-WAI. Il significato è il seguente: il sito

1) soddisfa i punti indispensabili per garantire l’accessibilità minima (conformità A),

2) soddisfa i punti che sarebbe opportuno soddisfare per facilitare l’accesso a tutti gli utenti (conformità AA),

3) soddisfa i punti necessari per rendere ulteriormente facile l’accesso (conformità AAA).

Il Servizio di osservatorio tecnologico per la scuola offre la possibilità alle scuole di richiedere on line un test sull’accessibilità. Esistono in rete validatori gratuiti che analizzano il sito in pochi minuti e forniscono immediatamente una relazione su come intervenire per migliorare il sito. Il più diffuso in lingua inglese è Bobby[9], in italiano abbiamo Torquemada[10].

 

Sitografia  essenziale –

w http://www.osservatoriotecnologic.net: Servizio di osservatorio tecnologico per le scuole (OTE) del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

w http://www.w3.org/WAI: Web Accessibility Initiative (WAI) del W3C (World Wide Web Consortium), fonte tecnico-formativa per l’implementazione di siti accessibili ai disabili.

w http://www.w3c.it/wai: Web Accessibility Initiative a cura dell’Ufficio italiano del W3C.

w http://www.eypd2003.org: sito ufficiale dell’UE per l’Anno europeo delle persone con disabilità,

w http://www.annoeuropeodisabili.it: Organismo di coordinamento  nazionale per l’anno europeo delle persone con disabilità,

w http://www.asphi.it: Associazione per lo sviluppo dei Progetti informatici per gli Handicappati.

w http://www.istitutociechimilano.it: Istituto Ciechi di Milano.

w http://webaccessibile.org.

w http://www.anastasis.it: informatica e servizi per la disabilità e lo svantaggio.

 


 

(1) M. Gabbari, “Usabilità e accessibilità di un sito web”, in Informatica & Scuola, 1, aprile 2002, Milano, Hugony.

(2) D. Norman, Il computer invisibile – La tecnologia migliore è quella che non si vede, Milano, 2000, Apogeo.

(3) Cfr. J. Nielsen, Web Usability, Milano, 2000, Apogeo e l’edizione scolastica di J. Sklar, Principi di Web Design, Milano – Brescia, 2000, Apogeo – La Scuola Ed.

(4) Cfr. M. Boscariol, Ecologia dei siti web. Come e perché usabilità, accessibilità e fogli di stile stanno cambiando il modo di realizzare i siti internet, Milano, 2003, Hops Tecniche Nuove e P. Bertini, Accessiblità e tecnologie, Milano, 2003, Pearson Education Italia.

(5) http://www.osservatoriotecnologic.net.

(6) http://www.osservatoriotecnologico.net/internet/accessibilta/accessibilita.htm.

(7) http://www.w3c.it/wai/wcag/wcag10Guidelines.html

(8) http://www.w3.org/WAI.

In italiano http://www.w3c.it/wai.

(9) http://bobby.watchfire.com/bobby/html/en/index.jsp.

(10) http://www.webxtutti.it.