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IL PROGETTO MINISTERIALE FLAVIO GIOIA

 

 

 

Il progetto ministeriale “Flavio Gioia” - Così chiamato dal nome de leggendario inventore della bussola – ha preso avvio nell’anno scolastico 1998 / 99 come una delle più importanti iniziative del Ministero della Pubblica Istruzione nel campo dell’orientamento, segnatamente universitario, ma anche verso il mondo del lavoro. Questo programma diventerà un programma nazionale di orientamento universitario per la scuola secondaria superiore e si affiancherà ai due progetti nazionali per l’orientamento già disponibili: “OR. ME”, per la scuola materna ed elementare, e “Progetto Orientamento”, per la scuola di I grado. Nel primo anno di realizzazione sono stati assegnati agli uffici scolastici provinciali 171 iniziative per stabilizzarsi nell’anno scolastico successivo nella misura di uno per ogni provincia. Per ciascun progetto è stata prevista la partecipazione di tre classi quarte (anche di istituti diversi) e di due docenti ciascuna.

La finalità principale del progetto è quella di “rafforzare la struttura della preparazione degli studenti, lo sviluppo delle loro capacità di scelta, per consentire di mettere alla prova le proprie inclinazioni e verificarne lo spessore, per aprire nuove curiosità e sostenerli nel confronto con il mondo degli adulti”. Lo svolgimento avviene in sei fasi:

1) progettazione di strategie di orientamento nei singoli contesti di istituto,

2) diagnosi valutativa delle situazioni individuali degli allievi,

3) attivazione di interventi di riequilibrio socioculturale con contestuale misurazione degli esiti,

4) informazione,

5) fase dell’assistenza tutoriale dei docenti,

6) valutazione dell’efficacia delle strategie adottate e validazione dei materiali.

 Il progetto è finanziato dal Ministero con risorse provenienti dalla legge 440 / 1997 relativa all’arricchimento ed all’ampliamento dell’offerta formativa.

 

In provincia di Bergamo, nell’anno scolastico1999 / 2000 sono state coinvolte tre scuole del capoluogo, gli istituti magistrali “Falcone” (linguistico) e “Secco Suardo” (psicopedagogico) e il Liceo scientifico “Lussana” guidati da un insegnante dell’Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti di Milano (OPPI). Gli esiti del lavoro sono stati raccolti nel volume Cercarsi e cercare a cura di Andrea Varani, Bergamo, 2001, Ufficio scolastico provinciale, il testo è anche scaricabile dal sito internet http: // www.bergamomultimedia.org.  

Nell’anno scolastico 2000 / 2001 l’esperienza sperimentale ha coinvolto altre due scuole: il Liceo scientifico “Galilei” di Caravaggio e il Liceo classico “Weil” di Treviglio. In quest’ultima scuola si è proceduto in una classe di 24 studenti seguendo la seguente metodica distribuita in queste fasi:

1) fase formativa: si è effettuato in un lavoro ‘intensivo’ di 14 ore curriculari concentrate in una settimana garantendo la presenza dei referenti per garantire continuità e organicità . Dopo l’elaborazione, da parte dei due insegnanti, i dati sono stati comunicati alla classe in una successiva ora di lezione. Gli studenti hanno risposto alle sollecitazioni con entusiasmo e curiosità, manifestando aspettative alte; hanno svolto con serietà e attenzione i vari questionari; tutti hanno partecipato al dialogo, anche i più timidi, il rapporto di fiducia e di collaborazione fra docente e allievi è sicuramente aumentato dopo questo tipo di esperienza. In complesso l’esperienza è risultata piacevole e utile per i ragazzi, i quali tra l’altro hanno cominciato con questa attività a familiarizzare con i mezzi informatici che per alcuni di loro non sono uno strumento accessibile. Alcuni dei ragazzi hanno ricevuto risposte da imprese / aziende al curriculum vitæ inoltrato. Non riferiamo i dati emersi nella fase di rilevazione i quanto non vanno al di là dell’interesse locale; tuttavia sono interessanti le risposte a tre domande sulle loro aspettative personali: alla domanda “Che cosa significa per te orientarsi? hanno risposto:Sicurezza, convinzione, trovare la strada, confronto di esperienze, muoversi nell’ambiente, consapevolezza delle ambizioni personali e autovalutazione dei sogni, conoscere per esprimere capacità ed interessi, scelta consapevole vicina alle aspettative.” Alla domanda “Che cosa ti aspetti da un percorso di orientamento svolto a scuola?  hanno risposto: “Informazioni, consigli ed esperienze, tests attitudinali / psicologici, confronto, domande mirate, vantaggi e svantaggi della scelta, esplicitazione dei problemi, scetticismo”  . Alla domanda:Quali risultati personali pensi di raggiungere attraverso un percorso di questo tipo?” hanno risposto:Eliminazione dei dubbi  ¦  scelta definitiva, conoscenza del contenuto degli studi universitari, chiarificazione sul futuro, decisione corretta, capire la facoltà universitaria più adatta, sicurezza nella scelta universitaria, scoprire nuovi lati di sé, decisione coerente con le attitudini e le aspettative, conoscenza di sé, capire cosa voglio fare della vita, conoscenza delle proprie capacità e dei propri limiti, autonomia di scelta”.

2) Orientamento formativo: I docenti referenti hanno fatto una ricognizione dei siti internet indicati sul testo guida del progetto, rilevando quelli ancora attivi, aggiornando quelli non più attivi o modificati nell’indirizzo. Hanno ritenuto comunque più utile fornire indicazioni sulla ricerca dei siti, piuttosto che offrire agli studenti un elenco, ciò in considerazione della rapida evoluzione della rete informatica. Gli studenti hanno raccolto, tramite la rete, informazioni sulle università (sedi, costi, selezioni, sbocchi, …) e sul mondo del lavoro (offerte, domanda, tempo di assorbimento, stipendi iniziali, …), con risultati non ottimali in quanto i siti suggeriti nel Progetto non fornivano indicazioni sufficientemente esaurienti.

Sono state organizzate diverse iniziative di contatto più o meno diretto con il mondo del lavoro e delle professioni.

3) Progetto pluridisciplinare finalizzato a un prodotto: questa fase è stata rinviata all’anno scolastico successivo, sia per motivi di tempo, sia in quanto la classe sarà direttamente impegnata con l’esame di stato. Infatti i docenti referenti si sono attivati per coinvolgere il consiglio di classe in attività di ricerca / azione che, almeno nelle intenzioni dei referenti, potrebbe sfociare nella definizione di una area di progetto di supporto o integrazione alla programmazione del prossimo anno scolastico in funzione dell’esame di stato..

In conclusione, un primo scopo  di questo progetto ci sembra essere quello di accreditare l’idea che l’orientamento non è un’attività integrativa a lato dell’attività scolastica vera e propria, ma possiede una specifica valenza formativa, in questo senso tutte le discipline d’insegnamento possono offrire il loro contributo. In concreto le attività per favorire il percorso di orientamento, devono intrecciarsi alle attività curriculari perché, come ribadito dalla direttiva n° 487 del 7/8/1997, l’orientamento costituisce una componente strutturale del processo formativo della scuola. Un secondo scopo è quello di aiutare gli studenti a prendere consapevolezza delle caratteristiche personali, dei punti di forza da valorizzare, dei punti di debolezza sui quali lavorare al di là del proprio intuito personale o del ruolo svolto nella vita sociale; importante è anche che gli studenti imparino a conoscere le proprie metodiche di studio, le loro modifiche nel corso degli anni di scuola superiore: devono essere consapevoli della possibilità di migliorare. Afferma Luigi Roffia (dell’Ufficio scolastico provinciale e direttore del progetto a Bergamo) nella prefazione al citato volume Cercarsi e cercare: “oggi la scuola,  di fronte ai cambiamenti straordinari che ci hanno portato dentro la società della conoscenza, deve cambiare radicalmente la sua missione. Non basta trasmettere il sapere; occorre insegnare a rendere operative le conoscenze e occorre insegnare a costruire la propria personalità; conoscenza, intelligenza, risorse umane di qualità sono fattori fondamentali per vincere la sfida della competizione”.